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venerdì, 26 Luglio 2024

Allarme CGIA: nel sud Italia, le pensioni superano i lavoratori – uno squilibrio crescente

Nel tessuto economico-politico dell’Italia meridionale emerge un dato preoccupante: il numero di pensioni erogate supera quello dei lavoratori attivi. La CGIA, con uno studio dettagliato, lancia un allarme sulla sostenibilità a lungo termine di questa tendenza.

La dinamica demografica rivela una realtà inquietante. Nel Mezzogiorno, il bilancio tra pensionati e lavoratori attivi ha già visto il sorpasso. Questo fenomeno, che a livello nazionale si attesta su un rapporto di uno a uno, nel Sud assume proporzioni più gravi. Qui, le pensioni erogate sono 7.209.000, mentre gli occupati si fermano a 6.115.000.

Questo squilibrio è il risultato di tre tendenze interconnesse: calo delle nascite, invecchiamento della popolazione e lavoro irregolare. Questi fattori, combinati insieme, stanno erodendo la base dei contribuenti attivi, incrementando i beneficiari di prestazioni sociali.

Nei prossimi cinque anni, si prevede che quasi il 12% degli italiani lascerà il lavoro per raggiunti limiti di età. Con un ingresso limitato di giovani nel mercato del lavoro, sostituire chi va in pensione diventa un arduo compito per gli imprenditori. Una popolazione in crescente invecchiamento pone serie sfide alla sostenibilità delle finanze pubbliche, soprattutto con l’aumento delle spese sanitarie e pensionistiche.

La situazione non è omogenea su tutto il territorio nazionale. Milano emerge come la provincia più virtuosa, con un saldo positivo tra pensioni e occupati di 342.000. Seguono Roma, Brescia e altre città del Nord. In netto contrasto, le province meridionali mostrano un saldo negativo, con Palermo, Reggio Calabria e Napoli in particolare evidenza.

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