Un’inchiesta de La Repubblica ha portato alla luce un nuovo scandalo nel mondo della formazione medica italiana: test d’ingresso alla facoltà di medicina venduti a 20 euro, con conseguente esposto in procura a Roma. Il giornale ha anche rivelato un ricorso al Tar per graduatorie falsate.
Secondo le indagini, il mercato nero dei test permetteva a studenti senza le adeguate competenze di accedere ai corsi di laurea in medicina, mettendo in discussione l’integrità del sistema formativo. “È un attacco al cuore della nostra istituzione sanitaria“, dichiara un esponente del mondo accademico.
L’Università e le autorità competenti stanno prendendo misure per annullare i risultati compromessi e rivedere le procedure di selezione. Il Tar è ora chiamato a intervenire sulle graduatorie, già fortemente contestate.
L’episodio rappresenta non solo una violazione etica, ma mina anche la fiducia nel sistema sanitario italiano, già provato da anni di tagli e scandali. Urgono controlli più rigorosi e trasparenti per preservare l’equità e l’integrità della formazione medica in Italia.
Mentre la procura di Roma indaga sul caso, emerge la necessità di una revisione strutturale del sistema di ammissione universitaria. Il settore della formazione medica è troppo critico per essere lasciato vulnerabile a simili manipolazioni.
