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sabato, 27 Luglio 2024

La BCE taglia i tassi di 25 bps: al via la “normalizzazione” del mercato dei mutui

La BCE ha annunciato un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base, confermando le aspettative del mercato. Le modifiche saranno effettive dal 12 giugno, mentre l’Euribor a 1 mese è già sceso dal 3,85% al 3,68%. Questa riduzione comporterà un abbassamento delle rate mensili per i mutui a tasso variabile, che seguono il costo del denaro.

La BCE mantiene un approccio cauto per le future decisioni, guidate dai dati inflattivi. Le previsioni indicano un aumento dell’inflazione complessiva e di fondo per il 2024 e il 2025 rispetto alle stime di marzo, con l’inflazione complessiva stimata al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026.

Come influirà questo taglio sulle rate dei mutui variabili? Per un mutuo da 100.000€ a 20 anni, la rata variabile potrebbe passare da 632€ a 619€, mentre il miglior fisso è di 537€ per i mutui green e 550€ per quelli non green, una differenza di 69€ in meno rispetto alla nuova rata del variabile. Per un mutuo da 250.000€ a 30 anni, la rata variabile potrebbe passare da 1.265€ a 1.228€, mentre il miglior fisso è di 998€, una riduzione del 19%.

I mutui green a tasso fisso sono sempre più richiesti per la loro convenienza: nei primi cinque mesi del 2024, tre richieste di mutuo su dieci sono state per questa tipologia. Attualmente, la differenza tra il tasso fisso e il tasso variabile, escludendo i mutui green, è di oltre 200 punti base. A fine maggio, i mutui a 20 e 30 anni hanno registrato un tasso variabile medio del 5,24%, mentre il tasso fisso medio si è attestato al 3,15%. La differenza tra i migliori prezzi è ancora più marcata, con i fissi al 2,59% e i variabili al 4,65%. Questo ha portato la quasi totalità delle richieste di mutuo nella prima parte dell’anno a orientarsi verso il tasso fisso (98,6% del mix). Stipulare un mutuo a tasso fisso resta la strategia ottimale per i prossimi mesi, con le richieste di surroghe da variabile a fisso che rappresentano oltre il 30% del totale.

Le richieste di mutuo superiori ai 150.000€ sono aumentate rispetto al 2023, passando dal 27,4% al 31,7%. Le regioni con gli importi medi più alti sono Trentino-Alto Adige (188.412€), Lombardia (159.390€) e Lazio (156.878€). Le regioni con gli importi più bassi sono Calabria (103.702€), Molise (106.844€) e Sicilia (113.212€).

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