Il Ministro Calderone si esprime con forza contro l’istituzione di un salario minimo per legge, puntando invece su un approccio di equità salariale. Questa posizione emerge chiaramente dalle sue recenti dichiarazioni, dove ribadisce la necessità di un salario dignitoso, valorizzando la contrattazione collettiva.
La frase chiave, “salario dignitoso”, permea l’intero discorso del Ministro. Calderone rifiuta un approccio legislativo rigido sul salario minimo, sostenendo che un’equa retribuzione deve tener conto di molteplici fattori nel contesto della contrattazione collettiva. Questo approccio dinamico è visto come un metodo più efficace per assicurare un lavoro dignitoso.
Inoltre, il Ministro tocca la questione dello sciopero, ribadendo il diritto fondamentale allo sciopero, pur nel rispetto delle norme per i servizi essenziali. Sottolinea che la precettazione non è un’iniziativa senza precedenti, ma una pratica consolidata in determinate circostanze.
Il dialogo con le parti sociali è un altro pilastro del pensiero di Calderone. Afferma la disponibilità dell’esecutivo ad un confronto aperto e reciproco su temi chiave come il lavoro e le pensioni, rifiutando un approccio chiuso o pregiudizievole.
Infine, il Ministro esprime ottimismo sui dati dell’occupazione e sull’imminente assegno di inclusione, previsto per gennaio 2024. Calderone conclude con una riflessione sulle morti bianche, sottolineando l’importanza di norme più incisive per garantire la sicurezza sul lavoro.