Bolzano è stata scossa dalla notizia che ha fatto il giro d’Italia: l’ergastolo per Benno Neumair è stato confermato dalla Corte d’assise d’appello. Il giovane, assente durante la sentenza, è stato dichiarato colpevole per il tragico omicidio dei suoi genitori, Laura Perselli e Peter Neumair, avvenuto nel gennaio 2021.
Il macabro dettaglio che ha sconvolto la comunità è il modo in cui i corpi sono stati nascosti. Dopo aver commesso l’atto, Benno ha gettato i cadaveri nel fiume Adige. Un dettaglio che ha acceso ancora di più l’attenzione mediatica su questo terribile fatto di cronaca.
Il team di difesa, composto dagli avvocati Angelo Polo e Flavio Moccia, aveva tentato di difendere Benno sostenendo che fosse affetto da “gravi disturbi di personalità”, che avrebbero compromesso la sua capacità di intendere e di volere al momento dei delitti. Questi argomenti, tuttavia, non hanno trovato terreno fertile di fronte alla Corte.
La sentenza di primo grado era già stata chiara, e l’appello non ha fatto che ribadire: l’ergastolo per Benno Neumair era la scelta giusta, mettendo in evidenza la gravità del suo gesto e garantendo che la giustizia fosse servita.
Eppure, il mistero rimane. All’inizio, Benno aveva cercato di depistare le indagini segnalando la scomparsa dei suoi genitori. Solo più tardi, confessò il suo orrendo crimine, rivelando infine il luogo dove aveva occultato i corpi.
Il padre, Peter, è stato ritrovato il 7 febbraio 2021, mentre il corpo della madre, Laura, era già stato scoperto il 29 gennaio dello stesso anno. Due ritrovamenti che hanno segnato profondamente la comunità di Bolzano e l’intera nazione.
In un mondo in cui la famiglia dovrebbe rappresentare un rifugio sicuro, il caso di Benno Neumair rappresenta una deviazione terribilmente tragica da quella norma
