L’Unicef Italia ha presentato il Monitoraggio 2025, un’analisi che mette sotto la lente le condizioni di bambini e adolescenti e richiama il Parlamento a scelte politiche più coraggiose. Al centro ci sono quattro priorità: cambiamento climatico, istruzione, salute mentale e contrasto alle disuguaglianze.
Il documento fotografa una realtà in chiaroscuro: quasi il 68% dei ragazzi italiani tra i 14 e i 19 anni si dice preoccupato per il clima, mentre la povertà minorile cresce, con oltre 1,2 milioni di minori in condizione di assoluta difficoltà economica. Le scuole restano ancora poco accessibili — solo il 41% degli edifici è adatto ad accogliere studenti con disabilità — e la spesa pubblica per l’istruzione si ferma al 3,9% del Pil, ben al di sotto della media europea.
Sul fronte della salute mentale, la situazione resta fragile: ansia e disagio sociale continuano a colpire i più giovani, aggravati da incertezze economiche e ambientali. Un quadro che, secondo l’Unicef, non può più essere ignorato.
Il Monitoraggio 2025 non si limita a raccogliere dati, ma chiede un cambio di passo: dal pieno utilizzo del Piano Nazionale Infanzia a una valutazione costante dell’impatto delle politiche sui minori. L’appello è chiaro: garantire che nessun bambino resti indietro, trasformando impegni e promesse in azioni concrete.
Un richiamo forte al Parlamento, che con la nuova sessione di bilancio ha l’occasione di dimostrare se i diritti dei più piccoli siano davvero al centro delle scelte del Paese.