Istat: diminuisce la popolazione a rischio povertà nel 2023, passando al 18,9% dal 20,1% dell’anno precedente. Le nuove misure di sostegno alle famiglie, come l’assegno unico universale e i bonus energia, hanno contribuito significativamente al miglioramento, anche se le sfide permangono.
Riduzione del rischio di povertà
Secondo i dati dell’Istat, il calo del rischio di povertà si può attribuire a un insieme di interventi di sostegno, tra cui l’assegno unico universale per i figli e i bonus una tantum destinati a contrastare l’aumento dei costi energetici. Ciò ha ridotto la percentuale di italiani in condizione di esclusione sociale al 22,8% rispetto al 24,4% del 2022.
Disparità geografiche
Nonostante la buona notizia della riduzione della popolazione a rischio povertà nel 2023, permangono differenze regionali: al Nord, la percentuale di persone in questa condizione è scesa all’11%, mentre il Mezzogiorno continua a registrare la percentuale più alta, pur con un miglioramento al 39% rispetto al 40,6% dell’anno precedente.
Le famiglie numerose e i figli
Le famiglie con quattro o più componenti, così come le coppie con figli, hanno beneficiato maggiormente dell’assegno unico universale. Il rischio di povertà per le coppie con due figli è sceso al 20,6% dal 23,4%, e per quelle con un solo figlio al 19% dal 21,3% del 2022. Tuttavia, le famiglie più numerose incontrano ancora sfide nel conciliare lavoro e cura, portando a una maggiore incidenza di bassa intensità lavorativa.
Il rapporto dell’Istat offre uno sguardo su una società che sta reagendo alle difficoltà con nuove misure di sostegno. La diminuzione della popolazione a rischio povertà al 18,9% rappresenta un progresso significativo, pur sottolineando la necessità di ulteriori interventi, in particolare nel Mezzogiorno e tra le famiglie più numerose.