In un’esibizione da maestro della politica, Matteo Salvini supera la Sfida alla Camera con un sorriso, sfoggiando un punteggio che nemmeno nel miglior campionato di calcetto amatoriale: 211 a 129. Sembra che la sinistra abbia tentato il tiro dalla distanza ma, come spesso accade, il pallone è finito sul tetto anziché in rete.
La Sfida alla Camera è stata, per dirla all’italiana, una partita a senso unico. Salvini, assente per “questioni di lavoro” durante il voto, ha dimostrato che si può essere influenti anche a distanza, probabilmente con una tattica misteriosa che mescola telepatia e politica. “Grazie. Ennesima figuraccia della sinistra, andiamo avanti col nostro lavoro”, ha esclamato, probabilmente mentre sorseggiava un caffè lontano dal chiasso dell’Aula.
Ma cosa ha scatenato questa Sfida alla Camera? Le accuse erano pesanti come un pranzo di Natale, con la Lega accusata di non voler rinnegare i suoi legami con la Russia. Eppure, come spesso accade in queste situazioni, la realtà politica ha la consistenza di un soufflé: imponente a vedersi, ma che si sgonfia non appena si prova a metterci il cucchiaio.
E mentre la sinistra affilava le armi, la maggioranza rispondeva con un’organizzazione degna di un’operazione militare, schierando le proprie truppe in Aula per respingere l’attacco. Nel frattempo, la sfiducia nei confronti di Daniela Santanchè si preparava a seguire lo stesso copione, con le opposizioni che sembravano più concentrate a marcare il punto che a vincere la partita.
Il dibattito politico, dunque, si trasforma in una commedia all’italiana, dove tra un atto e l’altro, i protagonisti si scambiano battute, accuse e sorrisi compiaciuti. Salvini, da par suo, si conferma un abile giocatore, capace di navigare le acque turbolente della politica con la disinvoltura di chi sa che il prossimo voto è solo un’altra sfida da superare.
In questo scenario, la Sfida alla Camera non è stata solo una questione di voti, ma un vero e proprio spettacolo, con i politici italiani che si contendono il palcoscenico in una battaglia di strategie, alleanze e, soprattutto, resilienza politica.
