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lunedì, 29 Aprile 2024

Effetti delle bevande energetiche sul sonno: uno studio rivela nuovi dettagli

Le recenti ricerche norvegesi hanno messo in luce gli effetti delle bevande energetiche sul sonno, offrendo nuovi spunti sul dibattito di questo argomento. Secondo lo studio pubblicato sul “British Medical Journal”, un consumo anche sporadico di queste bevande può avere conseguenze significative sulla qualità del sonno.

La dietista Sanne Mouha commenta: “Questo studio è pionieristico nel collegare direttamente le bevande energetiche a disturbi del sonno.” In precedenza, era noto che queste bevande influenzassero la qualità del riposo, ma non erano chiare le specificità e le differenze tra i sessi.

L’indagine ha coinvolto oltre 53.000 persone, evidenziando che anche un consumo occasionale, da una a tre volte al mese, può avere un impatto. Sono principalmente gli alti livelli di caffeina e taurina, uniti a liquidi e zucchero, a interferire con i normali ritmi di sonno.

“La caffeina inibisce i neurotrasmettitori legati alla stanchezza. Dopo aver consumato una bevanda energetica, si avverte una maggiore energia e un aumento della concentrazione,” spiega Mouha. Queste bevande, spesso consumate da giovani per stimolo mentale e fisico, possono tuttavia portare a ignorare i segnali naturali del corpo, alterando così il ciclo sonno-veglia.

Lo studio mostra differenze tra uomini e donne nell’impatto delle bevande energetiche. Negli uomini che consumano queste bevande 2-3 volte a settimana, si registra un aumento di disturbi del sonno, mentre nelle donne si osservano percentuali diverse ma comunque significative.

I risultati suggeriscono che un consumo quotidiano di bevande energetiche può peggiorare significativamente la qualità del sonno, con uomini e donne che mostrano una maggiore probabilità di dormire meno di sei ore a notte.

È importante considerare l’effetto di queste bevande sulla nostra salute,” conclude Mouha, sottolineando la necessità di ulteriori ricerche per comprendere meglio queste dinamiche. Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, riconosce l’importanza di questi risultati, pur sottolineando il bisogno di cautela nell’interpretazione dei dati.

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