Nel cuore del processo che ha catturato l’attenzione del pubblico, Shabbar Abbas, padre della scomparsa Saman Abbas, si erge come figura centrale, proclamando la sua innocenza. Durante una seduta emotiva, ha sfidato le accuse di omicidio e violenza, presentando una difesa piena di passione e dolore.
Saman Abbas, una giovane di 18 anni di origine pachistana, è scomparsa nella primavera del 2021, con il suo corpo rinvenuto solo nel novembre 2022. Il padre, Shabbar Abbas, insieme ad altri membri della famiglia, è stato accusato dell’omicidio. La vicenda ha sollevato questioni complesse riguardanti la cultura, l’integrazione e la giustizia.
“Innocenza proclamata”, queste le parole di Shabbar Abbas, che ha trascorso oltre un’ora e mezza in tribunale negando ogni accusa. “Non ho mai picchiato mia figlia”, ha detto, rigettando anche l’idea di aver organizzato un matrimonio combinato. La sua voce si è spezzata in lacrime mentre descriveva il suo amore per Saman, sottolineando la sua completa estraneità agli eventi tragici.
La questione dei matrimoni combinati ha assunto un ruolo significativo nel processo, con Shabbar Abbas che ha insistito sulla felicità di Saman riguardo alle nozze pianificate. Questa affermazione contrasta con l’accusa che sostiene la natura forzata di tali nozze, aggiungendo un altro strato di complessità al caso.
Shabbar Abbas ha concluso la sua testimonianza con un appello emotivo: “Voglio capire anch’io chi l’ha ammazzata”. La sua dichiarazione sottolinea un desiderio di giustizia, non solo per se stesso ma anche per la figlia scomparsa.
Innocenza proclamata da Shabbar Abbas pone domande difficili sulla verità e la giustizia. Mentre il processo continua, l’attenzione pubblica rimane fissata su questa dolorosa storia familiare, che riflette sfide culturali e sociali più ampie.
