Il Centro studi di Confindustria lancia un nuovo allarme sull’andamento dell’economia italiana. Le stime di crescita del Pil per il 2025 vengono ridotte a +0,5%, mentre per il 2026 la previsione scende al +0,7%, segnando un ulteriore rallentamento rispetto alle attese precedenti.
Secondo gli industriali, il rallentamento è legato soprattutto al calo delle esportazioni e alla debolezza del contesto economico internazionale ed europeo. Già nel secondo trimestre 2025 si è registrata una contrazione dello 0,1%, che ha inciso negativamente sulla fiducia complessiva.
Per invertire la tendenza, Confindustria indica due priorità: stimolare gli investimenti produttivi e mobilitare parte della ricchezza finanziaria delle famiglie italiane, oggi concentrata in depositi bancari poco produttivi. Le risorse accumulate, oltre 6.000 miliardi di euro nel 2024, potrebbero rappresentare una leva cruciale per sostenere la ripresa.
La spinta del Pnrr, destinata a esaurirsi nei primi mesi del prossimo anno, dovrà essere affiancata da una manovra di bilancio mirata, capace di rilanciare fiducia e competitività. L’obiettivo, sottolineano da Confindustria, è evitare che la “crescita anemica” si trasformi in una condizione strutturale dell’economia italiana.