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venerdì, 3 Maggio 2024

E’ ancora polemica per il discorso di Fedez. Pippo Baudo dice la sua: “Io avrei spento le telecamere”

Il discorso di Fedez durante il concerto del Primo Maggio in difesa della comunità LGBTQ+ continua a far discutere senza sosta. Le opinioni contrastanti hanno posto in evidenza le differenze di pensiero tra chi difende a tutti i costi i diritti umani e civili e chi invece tende ad analizzare l’accaduto in modo più critico. In questo aspro contesto Pippo Baudo ha rivelato le sue idee drastiche e irremovibili. 

Se avessi condotto io il concertone del Primo Maggio– dice il noto conduttore italiano- avrei spento le telecamere a Fedez durante il suo discorso. Per querelarlo è troppo tardi, equivarrebbe solo a fargli il doppio della pubblicità.”

Ed è così che, pochi giorni dopo l’intervento della religiosa Suor Anna Monia Alfieri, nel quale procede con una dettagliata analisi giuridica del caso e spiega come Fedez abbia a tutti gli effetti commesso più reati (che restano impuniti), arriva anche il punto di vista di Pippo Baudo: Fedez ha esagerato. Poteva fare spettacolo, mentre fa ogni cosa per essere protagonista. E ha sbagliato a fare quel discorso in una sede che non era sua.”

Secondo il conduttore “bisogna stare attenti perché si ripercuote sulla società in modo divisivo. Non si può utilizzare un mezzo pubblico in maniera così indiscriminata”. Pippo Baudo aggiunge poi:”Chiedere il testo dell’intervento di Fedez è stato senza dubbio corretto: se tu vieni a casa mia e io ti ricevo nel mio salotto, voglio sapere cosa ci vieni a fare.”

Dunque Pippo Baudo ha sicuramente le idee chiare sul caso del discorso di Fedez, come del resto le ha sul DDL Zan, del quale ne sostiene l’inutilità in quanto “la nostra Costituzione è perfetta ed è garantista al massimo”

Nonostante i suoi ragionamenti, molte sono ancora le zone d’ombra e svariati i punti che si dovrebbero considerare con più particolare attenzione. 

Il discorso è sicuramente ampio, delicato e complesso e qualsiasi semplificazione comporta inevitabilmente degli errori di ragionamento.

E chissà non sia proprio il discorso così “complicato” a richiedere che quello che Pippo Baudo definisce mezzo pubblico venga usato di più, e non già di meno, per parlarne, aprirsi a confronti e dialoghi al fine di comprendere l’altro.

Imparare ad ascoltare potrebbe essere il primo passo da compiere per il raggiungimento di una società migliore. 

Giulia Scialò

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