Moncalieri si è svegliata tra il silenzio e la paura. Dopo il terribile episodio delle violenze ai danni di un quindicenne, la città è finita al centro di una tensione crescente tra adolescenti. Alcuni amici della vittima, spinti dall’ira e dall’istinto di difendere il compagno, si sono radunati davanti alla casa di uno degli indagati, decisi a “vendicare” quanto accaduto.
La violenza di Moncalieri sul 15enne è diventata così il punto di partenza di una nuova deriva: quella della giustizia improvvisata, dove l’emozione prevale sul buonsenso. Solo la prontezza delle forze dell’ordine ha evitato che la situazione degenerasse, riportando la calma tra i ragazzi prima che la rabbia potesse trasformarsi in tragedia.
Il giovane vittima delle sevizie, ancora segnato dalle ferite fisiche e psicologiche, ha voluto mostrare coraggio davanti ai suoi amici. “Io sono tranquillo. Adesso sono quegli altri che hanno finito di vivere”, avrebbe detto, quasi a voler chiudere un capitolo che però lascia aperte molte ferite.
Intanto, la Procura dei minori di Torino prosegue gli accertamenti per chiarire ogni dettaglio della vicenda. La madre del ragazzo teme che il figlio possa aver subito anche abusi sessuali, un sospetto su cui gli inquirenti mantengono il massimo riserbo.
A Moncalieri resta l’amarezza di una comunità che si scopre fragile, divisa tra il desiderio di proteggere e la paura di un’escalation. È la fotografia di un disagio giovanile che non si risolve con la vendetta, ma con l’ascolto, l’educazione e il ritorno a un senso di giustizia condivisa.

