Nella Francia ancora sconvolta dalla strage di Charlie Hebdo, è stato arrestato domenica a Parigi Ais Ahmed Jhlam – questo il suo nome secondo Le Monde – un algerino di 23 anni. Apparentemente era un semplice studente di informatica, in realtà si trattava di un fondamentalista islamico che, presso la propria abitazione e la propria auto nascondeva un arsenale di armi da guerra. «Progettava imminenti attentati contro una o due chiese» fa sapere il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve. Era arrivato in Francia sei anni fa, grazie ad un ricongiungimento familiare e aveva «velleità di partire per la Siria» per unirsi alle fila dei combattenti jihadisti. Inoltre, era già stato in Turchia. Che progettasse attentati gli inquirenti lo hanno scoperto per caso, a seguito del fermo del giovane, che era già noto ai servizi di informazione per attività vicine all’islam radicale, a causa di un omicidio. L’algerino è, infatti, sospettato di aver ucciso – nella stessa domenica – Aurélie Châtelain, una istruttrice di fitness 33enne crivellata di colpi, il cui cadavere è stato 9 ore prima dell’arresto del terrorista ritrovato nella automobile di proprietà della donna a Villejuif, banlieue di Parigi. Ad avvertire la polizia è stato un uomo che sosteneva di essere stato aggredito e colpito da un proiettile. Seguendo la scia di sangue gli agenti sono arrivati nei pressi di un’auto che si è rivelata essere di proprietà del giovane algerino: dentro c’erano un kalashnikov, un giubbino antiproiettile e materiale informatico e per cellulari. Il vasto quantitativo di armi ritrovato nell’appartamento, poi, fa pensare che non fosse da solo nella pianificazione degli attentati.
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