Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha deciso di rinviare l’entrata in vigore dei dazi sulle importazioni estere dal 9 luglio al 1° agosto, lasciando margine per nuove trattative con l’Unione europea. Le tariffe, da lui definite “definitive ma non al 100%”, restano un’arma negoziale sul tavolo.
Nel frattempo, Washington ha annunciato nuove tariffe comprese tra il 25% e il 40% verso diversi Paesi, considerati poco collaborativi nei rapporti commerciali con gli USA. Tra questi figurano il Giappone, la Corea del Sud, il Sudafrica, il Bangladesh, la Thailandia e altri Stati dell’Asia e dell’Africa.
Alcuni leader internazionali hanno espresso forte preoccupazione, pur ribadendo la volontà di mantenere canali di dialogo aperti con gli Stati Uniti. Sul piano interno, Trump ha rivendicato un incasso superiore ai 100 miliardi di dollari dalle tariffe, ma i mercati non hanno reagito positivamente: Wall Street ha chiuso in netto calo, evidenziando l’incertezza provocata dalle nuove misure.
La mossa di Trump rientra in una strategia più ampia di pressione commerciale, che potrebbe cambiare volto nelle prossime settimane, in base all’evoluzione dei negoziati con i partner internazionali.