L’Eurovision Song Contest del 2026 rischia di trasformarsi da festival musicale a caso politico internazionale. La Spagna ha dichiarato che non prenderà parte alla competizione se Israele sarà ammesso, una scelta che pesa in modo particolare perché Madrid fa parte dei cosiddetti “Big Five”, i cinque Paesi che garantiscono i maggiori contributi economici all’evento.
La decisione è arrivata dal consiglio di amministrazione di Rtve, con una netta maggioranza favorevole. Con questo annuncio, la Spagna si unisce ad altri Stati – come Islanda, Irlanda, Paesi Bassi e Slovenia – che hanno già manifestato l’intenzione di ritirarsi in segno di protesta per il conflitto in corso a Gaza.
Il governo spagnolo, attraverso le parole del premier Pedro Sánchez e del ministro della Cultura Ernest Urtasun, ha ribadito una posizione ferma: finché continueranno le violenze, Israele non dovrebbe partecipare a eventi internazionali. Una linea che ricalca quella già adottata nei confronti della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina.
La questione sarà ora sul tavolo dell’Unione Europea di Radiodiffusione, che a dicembre dovrà decidere se confermare o meno la presenza della televisione pubblica israeliana nella kermesse. Nel frattempo, Vienna, città scelta per ospitare l’edizione 2026, si prepara a un evento che potrebbe avere meno musica e più tensioni politiche.