Nel comizio finale a sostegno di Alberto Stefani, il premier Giorgia Meloni ha scelto toni netti per marcare il confine politico con il centrosinistra. Nel suo intervento ha accusato gli avversari di sperare in un rallentamento del Paese pur di presentarsi come alternativa di governo, rivendicando al contrario la crescita e la stabilità come risultati da difendere.
Meloni ha toccato anche il tema della sanità, sottolineando le differenze tra regioni nella gestione delle risorse e dei tempi d’attesa. Ha indicato il Veneto come esempio di efficienza rispetto ad altre aree del Paese guidate dal centrosinistra, dove alcune visite richiederebbero tempi molto più lunghi.
Ampio spazio, poi, alla questione sicurezza: il premier ha ribadito la volontà di contrastare fenomeni di microcriminalità giovanile e di evitare che il territorio veneto subisca il degrado registrato in altre zone europee.
Infine, non è mancata un’ulteriore critica alla sinistra, evocando anche le recenti considerazioni di Romano Prodi sulla distanza tra il centrosinistra e il Paese reale. Meloni ha presentato queste dichiarazioni come la conferma di una crisi interna al campo avversario, rafforzando così la linea politica del centrodestra in vista del voto.

