Il governo sta lavorando a una norma che potrebbe modificare il codice di procedura penale per le forze dell’ordine, introducendo accertamenti preliminari nei casi di uso legittimo delle armi. L’obiettivo è evitare l’iscrizione automatica degli agenti nel registro degli indagati, limitandola alle situazioni in cui emergano elementi dubbi.
Il dibattito nasce da casi recenti, come quello del maresciallo Luciano Masini, che ha utilizzato l’arma di ordinanza per fermare un uomo armato, e il caso di Ramy Elgaml, deceduto durante un inseguimento a Milano. Il premier Giorgia Meloni ha ribadito la necessità di proteggere gli agenti da calvari giudiziari, mantenendo un equilibrio tra giustizia e sicurezza.
La norma, non inclusa nel ddl Sicurezza, punta a garantire serenità operativa alle forze dell’ordine, senza compromettere il diritto alla verifica dei fatti. Secondo il capogruppo Galeazzo Bignami, si tratta di introdurre verifiche tecniche, come perizie balistiche, prima di avviare un procedimento. Una riforma che risponde all’esigenza di tutelare chi opera in prima linea, senza ignorare il rispetto delle leggi.