Dalla Puglia a Bruxelles, il ritorno di Antonio Pepe alla guida dell’ENCH per il triennio 2026–2028: rigore, visione e lotta al cibo spazzatura.
Antonio Pepe presidente ENCH 2026–2028
Quando si parla di alimentazione, spesso si dimentica che dietro una sigla europea ci sono uomini che mettono la faccia, la competenza e il coraggio. Antonio Pepe, pugliese di nascita e di tempra, è stato rieletto presidente dell’ENCH – European Coordination on Nutrition and Health – per il triennio 2026–2028.
Una notizia che segna non solo un ritorno, ma una ripartenza: perché il nome di Pepe è legato a un’idea di Europa più sana, più informata e meno sottomessa ai giganti del cibo spazzatura.
La rielezione è arrivata lo scorso 30 ottobre, con una maggioranza ampia e convinta. Pepe aveva già guidato l’ENCH dal 2020 al 2022, quando il suo impegno nel promuovere la dieta mediterranea come modello globale di salute aveva guadagnato consenso e rispetto.
Poi, nel triennio 2023–2025, aveva lasciato la presidenza alla rappresentanza tedesca, continuando però a dirigere l’area Mediterranea e a difendere, con tenacia, i valori della buona alimentazione.
Chi lo conosce sa che Antonio Pepe non è un diplomatico da scrivania, ma un uomo che parla di salute nelle scuole, nei convegni e nei mercati.
La sua battaglia contro il junk food – il cibo spazzatura – non è una crociata ideologica, ma una missione civile. “Il cibo è vita, ma può diventare morte se si trasforma in business senza regole”, ha spesso ricordato nei suoi interventi pubblici. E non è un modo di dire: per Pepe, l’alimentazione è il primo capitolo del diritto alla salute, non un tema da relegare ai margini delle politiche europee.
Il nuovo insediamento avverrà il 2 gennaio 2026 a Bruxelles, ma le prime indiscrezioni parlano già di un trasferimento simbolico degli uffici di presidenza in un’isola mediterranea. Una scelta che racconta più di mille parole: il Mediterraneo, da sempre culla di equilibrio tra tradizione e innovazione, diventa così il cuore operativo del nuovo corso dell’ENCH.
“Sarà un duro lavoro quello che ci aspetta per il prossimo triennio,” ha dichiarato il neo-presidente. “Ma costruiremo una squadra forte, pronta a fare, non solo a parlare. Troppi si arricchiscono vendendo cibo che uccide lentamente. Noi lavoreremo per difendere chi mangia, non chi produce profitti.”
Durante la presidenza tedesca, ammette Pepe, l’impegno contro il cibo spazzatura si era affievolito. Ora la missione è chiara: rilanciare l’azione dell’ENCH con campagne educative, collaborazioni istituzionali e un coinvolgimento attivo dei giovani. Non è un caso che il nuovo piano strategico preveda programmi di sensibilizzazione nelle scuole e nelle università, oltre a un dialogo con le imprese agricole locali per promuovere la filiera sana e sostenibile.
L’approccio di Pepe non è mai accademico, ma pragmatico: “Non serve demonizzare, serve informare,” ripete spesso. Ed è proprio questa concretezza che lo ha reso un punto di riferimento in Europa, capace di mettere insieme scienza, cultura e politica senza compromessi.
Nell’Europa che discute di alimenti sintetici e di standard industriali sempre più distanti dalle tradizioni, Antonio Pepe rappresenta un’Italia che sa ancora guidare, non solo seguire. La sua presidenza 2026–2028 promette un ritorno ai valori autentici della salute alimentare: educazione, trasparenza, responsabilità.
“La salute di un essere umano non ha prezzo,” ha ricordato nel suo discorso di rielezione. “Il cibo è il primo atto d’amore verso se stessi. Ed è da lì che dobbiamo ripartire.”
Così, con il suo accento pugliese e la sua visione europea, Pepe decolla di nuovo verso Bruxelles. Ma questa volta, nel suo volo, porta con sé tutto il Mediterraneo.

