Il governo si prepara a intervenire con decisione per contrastare il sovraffollamento nelle carceri italiane, una problematica che si trascina da anni senza soluzioni strutturali. Attualmente, la situazione è critica: oltre 62.000 detenuti occupano strutture nate per accoglierne meno di 47.000, con una pressione insostenibile sia per gli agenti penitenziari che per gli stessi carcerati.
Il piano del Consiglio dei Ministri punta su un doppio binario. Da un lato si prevede la creazione di diecimila nuovi posti letto, tramite la costruzione di padiglioni nei maggiori istituti penitenziari e l’introduzione di celle modulari montabili rapidamente. Tra gli interventi più rilevanti ci sono quelli a Rebibbia, Opera, Bollate, Bologna e Perugia, con fondi in parte garantiti dal PNRR.
Dall’altro, il governo punta su misure alternative alla detenzione: pene più leggere o soggiorni in comunità per i tossicodipendenti e i detenuti prossimi alla fine della pena che abbiano mantenuto una buona condotta. Un modo per ridurre la pressione sugli istituti, premiando i percorsi di reinserimento sociale.
Il pacchetto di misure, atteso martedì in Consiglio dei Ministri, punta a rispondere non solo alle esigenze di capienza ma anche a un’esigenza di civiltà giuridica, evitando nuove sanzioni internazionali. Resta il nodo delle modalità di detenzione nei moduli prefabbricati, già al centro di forti polemiche politiche.