Esplosione di un’auto ibrida a Napoli: muore una ricercatrice
Un prototipo del Cnr coinvolto in un incidente mortale
Venerdì scorso, una Volkswagen Polo che percorreva la tangenziale di Napoli è esplosa improvvisamente, causando la morte di una donna e il ferimento grave di un giovane.
Si tratta di Maria Vittoria Prati, 66 anni, ricercatrice dell’Istituto motori del Cnr, e Fulvio Filace, 25 anni, tirocinante presso lo stesso ente e laureando in ingegneria meccanica.
I due sono stati trasportati all’ospedale Cardarelli con ustioni gravissime, ma la donna non ha resistito e si è spenta dopo quattro giorni.
L’auto era un prototipo del Cnr che stava testando su strada una soluzione per l’ibridizzazione dei veicoli obsoleti e la riduzione delle loro emissioni nocive.
Si trattava di una Polo Wolkswagen SaveLife di quinta generazione, coinvolta nel progetto di ricerca europeo Life-Save (Solar Aided Vehicle Electrification), finanziato dal programma Ue per l’ambiente e il clima.
Come funzionava l’auto ibrida-solare
Il sistema proposto dal progetto Life-Save prevedeva il retrofit di due motori elettrici integrati nelle ruote posteriori, che danno vita a uno schema a trazione integrale ibrida.
Le batterie sono alimentate sia dalla rete elettrica che da pannelli solari installati sul tetto dell’auto.
L’obiettivo era di convertire le auto termiche in veicoli ibridi plug-in a costi ridotti rispetto all’acquisto di un nuovo veicolo.
La Procura di Napoli ha aperto un’indagine per accertare le cause dell’esplosione, che potrebbe essere stata innescata da delle bombole presenti nell’abitacolo, presumibilmente contenenti materiale infiammabile.
Il Cnr ha avviato una propria inchiesta interna per verificare le condizioni di sicurezza del trasporto e del collaudo del prototipo.