La lotta contro le baby gang diventa sempre più serrata in Italia. Giovedì, il Consiglio dei Ministri è chiamato a discutere una serie di provvedimenti che potrebbero cambiare il volto del contrasto alla devianza minorile. Tra le misure più discusse, spicca l’idea di introdurre una pena detentiva per i genitori di minori coinvolti in atti di bullismo o violenza di gruppo. Fino a due anni di carcere potrebbero essere comminati ai genitori che non assicurano una frequenza scolastica regolare ai propri figli.
Non meno rilevante è l’intenzione di limitare l’uso del cellulare tra i più giovani. Il dispositivo è spesso uno strumento chiave nella coordinazione di azioni illecite, senza contare i pericoli legati all’uso incontrollato di internet. Il Cdm è atteso anche a deliberare su un inasprimento delle restrizioni all’accesso dei minori ai siti pornografici, un tema sempre più urgente nell’era della digitalizzazione.
Critiche non mancano. Molti sostengono che punire i genitori potrebbe non essere la soluzione giusta per attaccare il problema alla radice. Inoltre, la questione della limitazione dell’uso dei cellulari è vista da alcuni come un’invasione nella libertà individuale, nonché come un possibile ostacolo all’educazione digitale dei giovani.
Nonostante le controversie, il governo sembra determinato a procedere in una direzione repressiva, in un contesto in cui il fenomeno delle baby gang è in preoccupante ascesa. La speranza è che le misure proposte possano effettivamente contribuire a ridurre la devianza giovanile, ma il dibattito è aperto e le opinioni sono divise. La società civile attende ora le decisioni del Cdm, in un clima di crescente preoccupazione per il futuro dei più giovani.