La rotta della Global Sumud Flotilla entra nelle sue fasi più delicate. Quarantadue imbarcazioni cariche di aiuti umanitari navigano verso Gaza con l’obiettivo di rompere l’assedio israeliano, mentre le diplomazie lavorano senza sosta per evitare incidenti.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha ribadito che i rischi sono elevati e che le prossime 48 ore saranno decisive. Intanto, anche il Vaticano – con il cardinale Matteo Zuppi e il patriarca Pierbattista Pizzaballa – si muove per sostenere mediazioni, insieme ai parlamentari presenti a bordo delle navi.
Sul piano militare, la fregata Alpino accompagna la missione con compiti limitati: nessun intervento armato, solo un avviso agli attivisti poco prima dell’ingresso nelle acque davanti a Gaza. Israele ha dichiarato di non voler ricorrere a “forza letale”, pur mantenendo l’ordine di bloccare il convoglio.
Gli attivisti restano fermi sulla loro linea: arrivare direttamente a Gaza, consegnare aiuti senza passare da canali governativi e aprire un corridoio umanitario permanente. Il Mediterraneo, intanto, trattiene il fiato in attesa del prossimo passo.