Il nuovo piano di Trump per Gaza ha aperto un fronte di tensione ancora più complesso. Hamas lo considera un vicolo cieco: accettarlo significherebbe accettare disarmo ed esilio della leadership, rifiutarlo vorrebbe dire continuare un conflitto che già ha ridotto in macerie la Striscia. Nel frattempo Israele ha chiuso la strada costiera Rashid, costringendo la popolazione di Gaza City a muoversi verso sud: oltre 800mila persone sono già fuggite.
Il documento, composto da venti punti, porta chiaramente la firma congiunta di Donald Trump e Benjamin Netanyahu. Le richieste di Hamas puntano a cambiare i passaggi chiave: niente smantellamento militare, niente esilio e ritiro immediato delle forze israeliane. Intanto la Casa Bianca rafforza l’asse con il Qatar, firmando un patto di difesa che mostra come la crisi di Gaza non sia mai solo una questione locale, ma un tassello di un più ampio scacchiere internazionale.
Il risultato è un copione già visto: un piano che più che una soluzione appare come un compromesso fragile, con poche possibilità di risolvere davvero un conflitto che da anni tiene milioni di persone sotto assedio.