Un giudice federale di Washington ha puntato il dito contro l’amministrazione Trump, accusandola di aver ignorato un ordine della Corte che vietava le deportazioni di migranti venezuelani. La sentenza, sospesa temporaneamente dalla Corte Suprema, non era ancora stata annullata, ma secondo il giudice Boasberg, la Casa Bianca ha comunque tirato dritto, infrangendo apertamente la legge.
La polemica ruota attorno all’uso dell’Alien Enemies Act, una norma d’altri tempi, rispolverata per giustificare espulsioni in piena crisi migratoria. Secondo Boasberg, il governo ha mostrato un “disprezzo volontario” verso le regole, preferendo l’azione unilaterale al rispetto istituzionale. La Casa Bianca, dal canto suo, ha annunciato ricorso immediato, evocando la sicurezza nazionale e il rischio criminalità come giustificazioni.
L’episodio riapre il dibattito sull’uso di poteri emergenziali per fronteggiare l’immigrazione e sull’equilibrio tra potere giudiziario e presidenziale. E intanto, la saga dell’oltraggio alla Corte si aggiunge all’elenco delle controversie che hanno segnato la stagione politica trumpiana.