La stazione della metro di New York cambia nome in Christopher Street-Stonewall National Monument Station, segnando un’importante celebrazione del movimento Lgbtqi+. La frase chiave “Stazione della metro di New York” è centrale in questa storica decisione approvata dal congresso dello Stato.
Il congresso dello Stato di New York ha recentemente approvato il cambio di nome della fermata di Christopher Street-Sheridan Square, nel cuore del Greenwich Village, in Christopher Street-Stonewall National Monument Station. Questa decisione mira a celebrare la storia del movimento Lgbtqi+ e a ispirare la città nella ricerca della giustizia e della parità.
Era la notte tra il 27 e il 28 giugno del 1969 quando iniziarono i moti dello Stonewall. In quel periodo, lo Stonewall Inn, un gay bar nel West Village, divenne il fulcro di una rivolta contro l’oppressione della polizia. Trans, lesbiche, gay e drag queen decisero di prendere posizione, dando vita a cinque giorni di proteste. Più di duemila persone manifestarono e una ventina di esse furono arrestate.
Con la presidenza di Barack Obama, lo Stonewall Inn è diventato monumento nazionale. A questo riconoscimento si aggiunge una piazza dedicata e un museo a cielo aperto. Prossimamente, sarà inaugurato lo Stonewall National Monument Visitor Center, il primo centro del National Park Service incentrato sulla storia Lgbtqi+.
“Questa legge celebrerà la storia moderna del movimento e ispirerà New York a chiedere giustizia e parità per tutti”, ha commentato il senatore democratico Brad Hoylman-Sigal. Il disegno di legge ora attende la firma della governatrice democratica Kathy Hochul, che potrebbe segnare l’inizio di una nuova era di riconoscimento e rispetto per la comunità Lgbtqi+.
La decisione di rinominare la stazione della metro di New York in Christopher Street-Stonewall National Monument Station rappresenta un tributo significativo alla storia e alla lotta per i diritti civili. È un richiamo a ricordare e onorare il coraggio di coloro che hanno combattuto per l’uguaglianza e la giustizia, e un incentivo per le future generazioni a continuare questa lotta