Dal Consiglio dei Ministri arriva il via libera al decreto contro la criminalità giovanile, una misura che sta generando forti reazioni. “Lo Stato ci mette la faccia“, afferma Giorgia Meloni, sottolineando l’importanza di un intervento istituzionale su un problema così delicato. Dall’altro lato, Nordio suggerisce una misura ancor più draconiana: il carcere per i genitori che non mandano i figli a scuola.
Il Guardasigilli ha annunciato che il testo prevede lo “stop alla potestà genitoriale se il figlio è legato a clan” e facilita l’ingresso in carcere per i minori, senza però abbassare l’età per l’imputabilità.
Le reazioni sono miste. Da una parte, l’iniziativa viene vista come un passo necessario per affrontare un fenomeno in crescita. Dall’altra, alcuni esprimono preoccupazione per misure considerate troppo severe, che potrebbero avere effetti contraproducenti.
Quello che è certo è che il tema della criminalità giovanile ha assunto una centralità tale da richiedere un intervento rapido e deciso.
La sfida ora è trovare un equilibrio tra la necessità di punire e quella di prevenire, in un contesto che richiede sensibilità e attenzione alle dinamiche sociali e familiari.