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domenica, 21 Dicembre 2025

La Pigotta UNICEF torna nelle piazze italiane per combattere la malnutrizione infantile

A Natale, mentre le città si riempiono di luci e vetrine, l’UNICEF riporta al centro una tradizione che da oltre trent’anni unisce solidarietà e concretezza: la Pigotta. La celebre bambola di pezza, realizzata a mano dai volontari, torna in più di 400 piazze italiane con un obiettivo chiaro e tutt’altro che simbolico: sostenere i programmi salvavita dell’organizzazione a favore dei bambini colpiti dalla malnutrizione.

Ogni Pigotta è diversa dall’altra, cucita con materiali semplici e con il tempo di chi sceglie di donare qualcosa di più di un’offerta economica. Dietro quell’aspetto volutamente artigianale si nasconde un meccanismo collaudato che trasforma un gesto alla portata di tutti in aiuti concreti: alimenti terapeutici, vaccini e medicinali destinati ai Paesi più colpiti dalle emergenze nutrizionali.

A sostenere la campagna anche quest’anno c’è Alessia Marcuzzi, che rinnova il proprio impegno come testimonial. La sua presenza accompagna, senza sovrastarla, una iniziativa che vive soprattutto grazie ai volontari e a chi sceglie di adottare la Pigotta con un contributo minimo di 20 euro. Un’adozione che non è simbolica, ma ha un impatto reale sulla sopravvivenza e sulla crescita dei bambini più vulnerabili.

La malnutrizione resta infatti una delle principali cause di mortalità infantile nel mondo. Secondo i dati internazionali, milioni di bambini sotto i cinque anni soffrono ancora di forme croniche o acute di carenza alimentare, una condizione che li espone maggiormente alle malattie e compromette lo sviluppo fisico e cognitivo. È un’emergenza silenziosa, lontana dai riflettori, ma quotidiana.

La Pigotta può essere adottata nelle piazze, tramite i comitati locali UNICEF o online, segno di una solidarietà che si adatta ai tempi ma non perde il suo significato originario. In un periodo dell’anno spesso dominato dal consumo, questa bambola di pezza continua a ricordare che anche un piccolo gesto, se ben indirizzato, può fare una grande differenza.

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