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giovedì, 20 Novembre 2025

Un Paese che ascolta i bambini è un Paese più forte

Nella ricorrenza dedicata all’infanzia, il Presidente della Repubblica richiama l’intero Paese alle proprie responsabilità verso i più piccoli. Il suo messaggio mette in luce un dato che spesso passa sotto silenzio: la sofferenza dei bambini non è un problema privato o lontano, ma il segnale di una società che non sta funzionando come dovrebbe.

Da un lato emergono le ferite del mondo — conflitti, sfruttamento, disuguaglianze — che continuano a colpire milioni di minori, costretti a vivere in condizioni di vulnerabilità estrema. Dall’altro, l’Italia non può dirsi estranea a situazioni di abbandono, fragilità emotive, isolamento digitale e disorientamento che toccano tanti giovani. Il Capo dello Stato invita a non confondere il silenzio dei ragazzi con assenza di disagio: dietro chi si chiude, chi esplode o chi si ritira, c’è spesso un bisogno non ascoltato.

Il fulcro del richiamo istituzionale è semplice ma decisivo: ascoltare davvero i bambini e riconoscere i loro bisogni è il primo passo per tutelarli. Non si tratta di un gesto simbolico, ma di una responsabilità concreta che coinvolge famiglie, istituzioni e l’intera comunità. Il benessere dell’infanzia, ricorda il Presidente, è la misura più chiara della qualità morale di un Paese.

In fondo il messaggio è uno: dove un bambino soffre, la comunità ha mancato il proprio compito. E ogni volta che un minore viene accolto, compreso e sostenuto, tutta la società fa un passo avanti.

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