In Italia la protezione degli adolescenti contro malattie come la Meningite B e l’HPV continua a presentare notevoli criticità. Nonostante i richiami delle società scientifiche e le raccomandazioni ministeriali, le coperture vaccinali restano basse e molto diverse da regione a regione.
La vaccinazione contro il meningococco B, introdotta nel 2017 per i più piccoli, non raggiunge ancora l’obiettivo fissato del 90% e si ferma attorno all’80%, con picchi più bassi in alcune aree del Paese. Il problema si aggrava in adolescenza: il Piano nazionale non prevede infatti la protezione contro il sierotipo B, il più diffuso e pericoloso, ma solo contro ceppi meno frequenti.
Situazione analoga per l’HPV: nonostante da anni sia consigliato per prevenire infezioni e tumori, l’adesione resta insufficiente. A incidere sono sia la scarsa informazione sia le differenze territoriali: attualmente solo 14 regioni garantiscono gratuitamente la vaccinazione agli adolescenti, ma con criteri diversi, creando disparità di accesso.
Gli esperti sottolineano che la protezione acquisita da bambini tende a diminuire nel tempo e che un richiamo in adolescenza è fondamentale per ridurre i rischi, tutelare la salute pubblica e alleggerire il peso sul sistema sanitario. Uniformare le regole a livello nazionale è, secondo gli specialisti, la condizione necessaria per garantire davvero equità e prevenzione.