In Italia, circa il 2% dei nascituri presenta malformazioni congenite: un dato significativo che impone un’attenta riflessione e, soprattutto, un impegno concreto nella prevenzione e diagnosi precoce. A fronte dell’aumento dell’età media delle gestanti e di fattori di rischio come obesità e diabete, la medicina fetale si pone come alleata fondamentale, capace di intervenire tempestivamente grazie a strumenti diagnostici sempre più sofisticati.
Durante l’incontro scientifico “Hot Topics in Diagnosi Prenatale” tenutosi a Catania, ginecologi e ostetrici hanno discusso delle nuove frontiere nel monitoraggio della salute fetale. Il team dell’Ospedale “Di Venere” di Bari, guidato dal prof. Paolo Volpe, ha sottolineato l’importanza di una presa in carico precoce e multidisciplinare. Tecniche come la translucenza nucale, il test combinato e l’analisi del DNA fetale consentono oggi di individuare anomalie anche nelle prime settimane di gestazione.
Particolare attenzione è stata dedicata alle gravidanze gemellari, sempre più frequenti, e alle complicanze tipiche delle gestazioni monocoriali, per le quali è cruciale un controllo altamente specialistico fin dai primi mesi.
Il convegno ha messo in luce un concetto chiave: investire nella salute prenatale non significa solo proteggere il presente, ma garantire un futuro più sicuro alle nuove generazioni. Un impegno condiviso tra medici, famiglie e istituzioni.