L’Italia riapre le porte al nucleare con l’approvazione della legge delega che punta a reintrodurre l’energia atomica nel Paese. Il governo assicura che sarà una scelta strategica per garantire indipendenza energetica, costi più contenuti e un futuro più sostenibile.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito il provvedimento un passo decisivo verso un’energia “sicura, pulita e a basso costo”. Il vicepremier Antonio Tajani parla di una “giornata storica”, mentre il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin sottolinea il ruolo fondamentale che il nucleare avrà nella transizione ecologica.
L’idea è quella di puntare su reattori di nuova generazione, più sicuri e modulari, capaci di fornire energia costante e ridurre la dipendenza da fonti fossili. Il piano prevede la definizione di un Programma nazionale entro due anni, con norme chiare su costruzione, gestione e smantellamento degli impianti.
Non mancano, però, le perplessità. Gli oppositori sollevano dubbi sui costi, sui tempi di realizzazione e sulla gestione delle scorie. Inoltre, il ritorno al nucleare stride con il passato, considerando i referendum che in più occasioni hanno sancito il “no” degli italiani.
Resta ora da vedere se questa svolta riuscirà a concretizzarsi senza intoppi, o se resterà l’ennesimo progetto ambizioso frenato dalla burocrazia e dalle divisioni politiche. Quello che è certo è che il dibattito è appena iniziato.