Solo il 41% degli italiani ha dato il consenso per l’utilizzo del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), strumento centrale per la digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale. I dati rivelano una forte disomogeneità: si va dall’89% dell’Emilia-Romagna a percentuali minime, pari all’1%, in regioni come Abruzzo, Calabria, Campania e Molise. La Puglia si distingue come unica realtà meridionale sopra la media nazionale, con un 69% di adesioni.
Nonostante le potenzialità, l’utilizzo effettivo del FSE resta limitato: solo il 18% degli italiani lo ha consultato almeno una volta, con percentuali bassissime nel Sud Italia. Nel 2025, l’introduzione della ricetta bianca dematerializzata potrebbe favorire un maggiore utilizzo, ma senza un piano nazionale unificato, il rischio di accrescere le diseguaglianze digitali resta elevato.
Secondo la Fondazione Gimbe, serve un patto per la sanità digitale che garantisca l’accesso equo a strumenti innovativi, specialmente per le categorie più fragili. Il Fascicolo Sanitario Elettronico rappresenta una sfida ancora aperta, ma anche un’opportunità per costruire un sistema sanitario più moderno e inclusivo.