Mini condono edilizio, un termine che sta facendo discutere. Matteo Salvini, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, ha recentemente proposto un piano per sanare le piccole irregolarità nelle abitazioni italiane. Ma cosa significa questo per i proprietari di casa?
Ambito di applicazione
Il mini condono edilizio riguarderebbe il 80% delle abitazioni in Italia. La proposta prevede la regolarizzazione di difformità edilizie minori, come tramezzi e soppalchi, non conformi al momento della costruzione ma che possono essere legalizzati ora.
La ratio dell’intervento
La logica dietro il mini condono edilizio è duplice: tutelare i piccoli proprietari immobiliari e snellire il lavoro degli uffici tecnici comunali, sovraccaricati dalle richieste di sanatoria. Questa mossa potrebbe, inoltre, favorire le vendite e le ristrutturazioni, stimolando l’economia locale.
Gli acquisti di immobili
Un focus particolare del piano è sulla regolarizzazione delle planimetrie non corrispondenti alla realtà fisica degli spazi, facilitando così le transazioni immobiliari.
Le case d’epoca e lo stato legittimo
Il piano considera anche le abitazioni costruite prima degli anni ’60, per le quali spesso mancano documentazioni valide. In questi casi, la dichiarazione di stato legittimo potrebbe semplificare notevolmente le procedure di ristrutturazione.
La doppia conformità
Un altro punto chiave è la possibile eliminazione della “doppia conformità”. Questa modifica permetterebbe di sanare le difformità con una maggiore flessibilità, valutando la conformità all’epoca della costruzione o al momento della sanatoria.
I costi
Naturalmente, il mini condono edilizio non sarà gratuito. I costi varieranno a seconda del grado di difformità dalle norme vigenti, con l’obiettivo di mantenere l’equità e la conformità nel tessuto urbano.
Mentre il piano di Salvini promette di risolvere numerosi casi pendenti e di facilitare le ristrutturazioni, non mancano le critiche. Alcuni sostengono che possa incentivare comportamenti non conformi in futuro. Nonostante ciò, l’intento di semplificare e accelerare i processi burocratici è chiaro e potrebbe rappresentare una svolta significativa per molti proprietari italiani. Ora, la palla passa al Consiglio dei Ministri, dove si deciderà l’effettiva attuazione del piano.