A Imperia, un’anziana donna si ritrova in rianimazione a causa di una bolletta acqua errata che ammontava a 15.000 euro. Questa vicenda sconvolgente evidenzia le potenziali conseguenze gravi di errori amministrativi.
Caterina Giovinazzo, 88 anni, ha subito un malore acuto dopo aver ricevuto una bolletta acqua errata dall’importo astronomico. Nonostante l’età avanzata e la condizione di invalidità, la donna aveva già pagato una parte significativa del debito. La rapidità del pagamento suggerisce una fiducia incrollabile nel sistema, ora tragicamente infranta.
Il caso ha suscitato indignazione pubblica e interrogativi sulla gestione delle utenze domestiche, soprattutto per persone vulnerabili come l’anziana di Imperia. La società idrica ha promesso di indagare sull’accaduto, ma resta la domanda: come è stato possibile un errore così grave?
I familiari della signora Giovinazzo, angosciati e preoccupati, stanno valutando azioni legali. Il fratello dell’anziana ha condiviso la loro disperazione: “Ci si aspetta che le bollette vengano controllate accuratamente prima di essere inviate, soprattutto a persone nelle condizioni di mia sorella”.
La vicenda della bolletta acqua errata non è solo un caso isolato, ma un monito sulla necessità di maggiore attenzione e umanità nel trattamento degli anziani e degli invalidi. Richiede una riflessione profonda sui sistemi di controllo e verifica in uso dalle aziende di servizi.
In conclusione, questa storia di Imperia non è solo la cronaca di un errore amministrativo, ma un appello accorato a maggiori standard di cura e attenzione per i più fragili tra noi. Un semplice errore, in questo caso, ha avuto ripercussioni devastanti.