Il conflitto in Ucraina ha aggravato la già complessa situazione della produzione di acciaio in Europa, con problemi alla filiera dovuti ad una ridotta autonomia dei Paesi importatori.

Poiché il livello delle scorte è molto basso, seppur per ragioni diverse, il problema è legato alla guerra Russia-Ucraina. Gli stop alla filiera stanno pesando sulle acciaierie, comprese quelle italiane. I nuovi stop alle importazioni di materie prime di ghisa e di brame di acciaio, di cui l’Ucraina è grande esportatore, sta provocando carenze di approvvigionamento. L’Ucraina ha fermato due acciaierie. Metinvest Holding ha messo in standby per 7 giorni l’impianto di Azovstal e ha interrotto la produzione nello stabilimento di Ilyich Iron and Steel Works. Il futuro produttivo delle due acciaierie dipenderà dall’evoluzione della situazione nel paese. Azovstal ha una capacità di acciaio grezzo di 5,3 milioni di tonnellate all’anno, mentre Ilyich di 5 milioni. Stiamo parlando di grosse forniture.

Per la Russia, invece, i problemi sono legati soprattutto alle conseguenze del blocco di alcune banche russe dal circuito Swift, con l’impatto sulle lettere di credito delle società”.

Le conseguenze si sentono anche in Italia. Al momento, le quotazioni e le vendite dei coils a caldo sono bloccate. Le quotazioni riprenderanno quando si avranno indicazioni da parte dei produttori e dei fornitori all’import sull’evoluzione del quadro. Ci aspettiamo aumenti rilevanti nel breve periodo: si parla di rialzi nell’ordine di 150-200 euro la tonnellata. Valori comprensibili se si pensa che materie prime, semilavorati ed energia erano già sotto pressione prima dell’attacco russo. A questo si sommerà una logistica completamente da riorganizzare.

Intanto si sta cercando di ovviare al blocco dell’import di materie prime, andando su altri mercati, come il Brasile, ma un po’ come, per quanto riguarda l’energia, pensare di poter fare a meno, da domani, dei Paesi coinvolti nel conflitto è illusorio.

E’ quindi fondamentale ridare dignità produttiva all’Ilva e a Piombino, condizione fondamentale per arginare i pericoli legati a queste improvvise carenze. Gli analisti avvertono che è troppo presto per sapere quanto durerà l’impatto alle catene di approvvigionamento determinato dal conflitto in Ucraina, per l’edilizia quindi, si profila una situazione critica per quanto riguarda il reperimento di acciaio e altri metalli industriali.

Oltre al caro prezzi, l’edilizia, teme ulteriori ritardi per la realizzazione delle opere del PNRR e nell’edilizia privata e residenziale la scadenza, sempre più impellente, del Superbonus 110.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here