Il Consiglio europeo sulle nomine sta facendo discutere a Bruxelles, dove si stanno decidendo i nuovi vertici dell’Unione Europea. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso la sua contrarietà all’accordo tra popolari, socialisti e liberali e potrebbe riservarsi l’astensione durante il voto. Ecco cosa c’è in gioco e le possibili conseguenze.
Inizia oggi a Bruxelles il vertice del Consiglio europeo con una serie di tematiche cruciali all’ordine del giorno, tra cui le guerre in Ucraina e Medio Oriente, la sicurezza, la difesa, e le tanto discusse nomine dei vertici europei, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha già manifestato apertamente la sua disapprovazione per l’accordo trovato tra popolari, socialisti e liberali sul pacchetto che include Ursula von der Leyen, Antonio Costa e Kaja Kallas.
Meloni ha ribadito la sua posizione in Parlamento, criticando sia il metodo che il merito delle nomine proposte. Secondo lei, i conservatori, terza forza politica dell’Eurocamera, sono stati esclusi ingiustamente. Meloni ha dichiarato che non esiterà a ribadire il suo punto di vista anche durante il vertice, lasciando aperta l’ipotesi di un’astensione clamorosa da parte dell’Italia.
Il vicepremier Antonio Tajani ha confermato che “non c’è ancora alcuna decisione sul voto dell’Italia“. Tuttavia, ha espresso perplessità riguardo la durata quinquennale del mandato per il presidente del Consiglio europeo in quota socialista. Tajani ha aggiunto che bloccare l’accordo significherebbe frenare il futuro dell’Unione Europea.
Donald Tusk, uno dei negoziatori per i popolari, ha sottolineato l’importanza dell’Italia nel processo decisionale europeo, affermando che “non c’è Europa senza Italia e non c’è decisione senza la premier italiana”. Anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha rimarcato che tutti i 27 Stati membri sono ugualmente importanti e che la proposta dovrà essere discussa equamente con tutti.
Il premier olandese Mark Rutte ha ribadito che Giorgia Meloni non è esclusa dalle nomine e che l’Italia deve sentirsi rappresentata nella nuova Commissione europea. Rutte ha spiegato che l’assenza dei conservatori nelle trattative è dovuta alla maggioranza composta da popolari, liberali e socialisti.
Il premier greco Kyriakos Mitsotakis ha espresso il suo rispetto per Meloni e ha dichiarato che non c’è intenzione di escludere nessuno. Ha aggiunto che le decisioni finali saranno prese dal Consiglio europeo, dove tutti i problemi e le preoccupazioni saranno affrontati.
Possibili scenari per l’Italia
Se il quadro non cambierà nelle prossime ore, è probabile che l’Italia opti per l’astensione, una mossa senza precedenti che potrebbe complicare ulteriormente la strada per la rielezione di Ursula von der Leyen. Antonio Tajani ha avvertito che l’Italia deve puntare i piedi, ma ha anche ricordato che l’attuale governo italiano include membri del Partito Popolare Europeo, suggerendo che un voto contrario non sarebbe plausibile.
La ricerca di alleati per formare un fronte di opposizione è finora limitata a Ungheria e Slovacchia, ma l’Unione Europea tenterà fino all’ultimo di trovare un consenso unanime sulle nomine, evitando di escludere paesi chiave come l’Italia.
Il vertice del Consiglio europeo è iniziato con molte incertezze e possibili colpi di scena. La posizione italiana, ancora in bilico tra un sì e un’astensione, potrebbe influenzare significativamente il futuro dei nuovi vertici dell’Unione Europea.