Dopo la variante sudafricana individuata a gennaio e quella brasiliana individuata a marzo, oggi una nuova variante del Covid-19 desta preoccupazione nel Regno Unito: la variante “indiana”, identificata con la sigla B.1.617.

Il Ministero della Salute inglese (PhE) afferma che sono stati accertati 77 nuovi casi di variante indiana: 4 in Scozia e 73 nel sud dell’Inghilterra.

L’India è diventata, con quasi 14 milioni di contagi e circa 172.000 decessi, un enorme serbatoio dove si è sviluppata una “doppia mutazione” del ceppo originario del virus, generando la cosiddetta variante indiana.

Sta destando molta preoccupazione questa doppia mutazione poiché si ritiene che possa eludere le risposte anticorpali neutralizzanti sviluppate a seguito della vaccinazione. Un Professore Ordinario d’immunologia dell’Imperial College di Londra, afferma che è possibile che questa variante passi da “variante d’interesse” a “variante di preoccupazione”.

Solamente tre settimane fa è stata individuata per la prima volta in un campione sequenziato in California e, già oggi, la sua presenza è stata confermata anche nel Regno Unito. Sembra che abbia un’alta contagiosità come quella sudafricana. Al momento il governo inglese non ha ancora inserito l’India nella “lista rossa” dei Paesi con divieto di viaggio.

Nel frattempo si continua ad eseguire i test sul genoma umano in grado di tracciare in anticipo le varianti e l’OMS avverte :”il virus corre molto velocemente”.

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