Malati di tumore muoiono tenendosi la mano: i figli pubblicano l’ultimo scatto

Uniti fino a che morte non li separi. Letteralmente, mano nella mano. È l’immagine con cui tre ragazzi inglesi hanno voluto dire addio ai genitori, spirati all’inizio di questo mese, a cinque giorni l’uno dall’altra, entrambi uccisi da un cancro. La foto, scattata al Merseyside Hospital, è di quelle forti, un pugno nello stomaco che racconta la vita e la sua fine con un affetto non edulcorato. Ritrae Julie e Mike, 50 e 57 anni, ormai malati terminali, che si tengono per mano da due letti d’ospedale affiancati: assopita lei, quasi agonizzante lui. I figli – Oliver di 13 anni, Hannah di 18 e Luke di 21 – hanno deciso di diffonderla in rete, in un estremo atto di omaggio alla storia d’amore di chi li aveva messi al mondo. È quel clic è diventato “virale”, come si suole dire oggi con un’espressione tanto brutta quanto abusata.

Qualcuno è rimasto perplesso, molti di più – in Gran Bretagna e oltre – si sono commossi. E circa 200.000 persone l’hanno condivisa in appena un paio di giorni. Dietro c’è la storia straziante, ma anche esemplare, di una coppia e dei loro ragazzi. Con un destino crudo in agguato: nel 2013 la diagnosi di un tumore al cervello per lui; più tardi quella dello stesso male scoperto troppo tardi al fegato di lei, già con metastasi ai reni e ad altri organi. Fino a che Julie non è stata più in grado di assistere il marito. Fino a una chemio affrontata in parallelo, ma rivelatasi inutile. Fino all’ultimo tratto di strada e a quello scatto dei figli che vale ora più di qualsiasi epitaffio. Intanto la raccolta fondi promossa online assieme agli zii per consentire ai tre orfani di rimanere a Wirral, vicino a Liverpool, dove Julie e Mike li avevano fatti crescere, e di poter continuare gli studi, si è impennata fino a raggiungere e superare in poche ore un totale «a sei cifre», riferisce la Bbc.

A quella foto d’addio, ne sono seguite molte altre sui media britannici degli ultimi giorni. Diverse. Foto felici del giorno delle nozze o di vacanze sorridenti con i figli. «I ragazzi adesso sono stupefatti – ha raccontato con un groppo in gola Heather Heaton Gallagher, un’amica di famiglia -, non riescono a crederci. Vedere tutto questo sostegno in giro per il mondo è fonte d’ispirazione per loro». Non ancora di vera consolazione, forse. Troppo presto. Ma d’aiuto sicuramente sì.

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