La Manovra di Bilancio introduce modifiche rilevanti sul fronte dell’Isee e della prima casa, con un’attenzione particolare ai grandi centri urbani. La novità principale riguarda l’innalzamento della soglia di valore dell’abitazione principale che viene esclusa dal calcolo dell’Isee: per i residenti nei Comuni capoluogo delle aree metropolitane il tetto sale fino a 200mila euro.
La misura nasce dalla constatazione che, nelle grandi città, il valore degli immobili è cresciuto molto più rapidamente rispetto ai redditi. Un appartamento di dimensioni ordinarie può facilmente superare le soglie precedenti, finendo per penalizzare famiglie che, pur non essendo benestanti, risultano formalmente “più ricche” solo sulla carta. L’intervento si affianca all’aumento già previsto dalla legge di Bilancio, che aveva portato la soglia base a 91.500 euro, con incrementi legati al numero dei figli conviventi.
Accanto al tema della casa, la Manovra interviene anche sul lavoro. Tra le modifiche approvate in commissione compare una norma che riguarda i casi di retribuzioni giudicate insufficienti dai tribunali. Se l’impresa ha applicato i trattamenti economici previsti da alcuni contratti collettivi di riferimento, non sarà obbligata a versare automaticamente le differenze stabilite dal giudice. Una scelta che ha già aperto un confronto acceso tra chi la considera una tutela per le aziende e chi, invece, teme un indebolimento delle garanzie per i lavoratori sottopagati.
Nel complesso, il pacchetto di misure prova a tenere insieme esigenze diverse: da un lato alleggerire il peso dell’Isee sulle famiglie che vivono nelle grandi città, dall’altro offrire maggiore certezza normativa alle imprese. Resta ora il passaggio finale in Aula, dove non è escluso che il dibattito politico possa portare a ulteriori ritocchi.

