L’Italia sta per affrontare un nuovo paradosso: da una storica carenza di medici si passerà, nei prossimi anni, a un vero e proprio surplus. Secondo l’Anaao-Assomed, entro il 2032 circa 60mila neolaureati in Medicina potrebbero ritrovarsi senza un’occupazione stabile.
Dopo anni di denunce sulle carenze negli ospedali pubblici, la decisione di aumentare i posti nelle facoltà di Medicina rischia di trasformarsi in un boomerang. Senza un piano strutturale per l’inserimento nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN), molti giovani medici saranno costretti a cercare lavoro all’estero o nel settore privato.
La retribuzione è un altro nodo cruciale: un medico italiano guadagna in media 85mila euro lordi all’anno, mentre la media europea è di 145mila euro. In paesi come il Lussemburgo e l’Olanda, gli stipendi possono arrivare a 200mila euro. Questo spiega perché sempre più professionisti decidano di lasciare il SSN.
Il sindacato propone soluzioni per evitare il collasso: migliorare le condizioni lavorative, aumentare le assunzioni e garantire incentivi economici e sociali. Senza interventi tempestivi, il rischio è quello di trovarsi con ospedali sotto organico e un esercito di camici bianchi senza prospettive.