L’export di olio EVO italiano continua a crescere, ma con una particolarità: il 65% del valore totale delle esportazioni si concentra in soli cinque mercati. Gli Stati Uniti guidano la classifica con il 32%, seguiti da Germania (15,5%), Francia (7,9%), Giappone (5,3%) e Canada (4,7%).
Sebbene il nostro olio sia apprezzato in 160 Paesi, è in queste nazioni che si registrano i maggiori guadagni. A sorpresa, emergono anche nuovi mercati con crescite impressionanti: Corea del Sud (+141%), Australia (+192%) e Messico (+99%).
A livello globale, il consumo di olio d’oliva è aumentato negli ultimi 20 anni, soprattutto fuori dall’Europa, dove la quota è passata dal 28% al 57%. Paradossalmente, proprio nei Paesi produttori come Italia, Spagna e Grecia, il consumo è in calo.
Sul fronte interno, invece, il mercato è condizionato da inflazione e bassa produzione: le vendite a volume sono scese del 10% tra il 2022 e il 2024, mentre il valore è cresciuto del 64%. L’olio extravergine di oliva rimane uno dei simboli del made in Italy, ma serve maggiore consapevolezza sul suo valore anche nel nostro Paese.