Gite scolastiche e accessibilità: queste parole dovrebbero camminare di pari passo nell’ideale di una scuola che si pone come promotrice dell’uguaglianza e dell’inclusione. Recentemente, il caso del liceo Leonardo da Vinci di Genova ha sollevato una questione fondamentale: il costo proibitivo delle gite scolastiche limita l’accesso a momenti formativi cruciali, riservandoli a una ristretta élite economica.
La situazione del liceo genovese, dove alcuni studenti hanno dovuto rinunciare a una gita a Berlino dal costo di 700 euro a persona, non è un caso isolato. È la punta dell’iceberg di una problematica che tocca il sistema scolastico nazionale, dove le “gite d’oro” diventano simbolo di una disparità sempre più marcata.
La Rete degli Studenti Medi e la Rete Ligure hanno lanciato un appello accorato: gite scolastiche e accessibilità devono essere garantite a tutti gli studenti, indipendentemente dal reddito familiare. È inaccettabile che la partecipazione a un’esperienza così ricca di insegnamenti sia subordinata alla capacità economica.
Le voci degli studenti e dei loro rappresentanti chiedono a gran voce che le istituzioni scolastiche e il governo intervengano per garantire che le gite scolastiche diventino veramente inclusive. È necessario stabilire un tetto massimo di spesa che tenga conto delle realtà economiche di tutte le famiglie e introdurre misure di sostegno per gli studenti meno abbienti.
Gite scolastiche e accessibilità non sono solo parole d’ordine, ma rappresentano un obiettivo concreto verso il quale orientare le politiche educative. Dovrebbero essere occasioni di apprendimento, crescita personale e scoperta, aperte a tutti gli studenti senza distinzioni.
La questione delle gite scolastiche e della loro accessibilità pone un interrogativo più ampio sul ruolo dell’istruzione pubblica e sulla sua capacità di promuovere effettivamente l’uguaglianza. È tempo di riconsiderare le priorità e assicurare che ogni studente abbia le stesse opportunità di formazione e crescita culturale.