A un anno dalla tragica morte di Mahsa, giovane attivista iraniana che aveva osato sfidare l’obbligo del velo, l’Iran annuncia un inasprimento delle sanzioni contro le donne che rifiutano di indossare il hijab in pubblico. Questo nuovo decreto stabilisce pene che possono arrivare fino a 10 anni di carcere.
La decisione ha suscitato scalpore e indignazione a livello internazionale. Molti vedono in questo inasprimento una risposta diretta all’ondata di proteste e all’effervescenza sociale scatenata dalla morte di Mahsa. La sua figura, divenuta simbolo della resistenza contro l’oppressione delle donne, aveva catalizzato l’attenzione mondiale sui diritti delle donne in Iran.
Gruppi per i diritti umani e organizzazioni femministe in tutto il mondo hanno immediatamente condannato la nuova norma, sottolineando come essa rappresenti un ulteriore passo indietro per la libertà delle donne nel paese. La scelta del regime di Teheran, oltre a rivelare una crescente preoccupazione per la stabilità interna, dimostra una volontà di soffocare ogni forma di dissenso e di resistenza.
Resta da vedere se l’inasprimento delle pene porterà a un maggiore controllo sociale o, al contrario, alimenti ulteriori tensioni e proteste da parte di coloro che anelano a maggiore libertà e diritti.