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venerdì, 3 Maggio 2024

L’enogastronomia del Sud e il gigante del Vulture. Storie di uomini, luoghi e uva

L’enogastronomia del Sud e il gigante del Vulture. Storie di uomini, luoghi e uva Immaginate un luogo dove la cultura e la bellezza si fondano in un unico proscenio dove la memoria è figlia della storia e con essa nasce l’atmosfera magica di un dipinto che si trasforma in un paesaggio.
Uno di quei paesi dove gli “occhi” della Recherche di Marcel Proust avrebbero riscoperto nuovi viaggi, dove finanche l’orizzonte di Cristoforo Colombo sarebbe arrivato “là dove le terre finiscono. Quando parliamo di un luogo, parliamo contemporaneamente di uno stile di vita”.

La narrazione dei gusti, dei profumi e dei colori dei vini lucani, si propone come un viaggio che, sorso dopo sorso, ripercorre le vie del gigante del Vulture, con l’obiettivo di valorizzare l’Aglianico, attraverso gli uomini che lo producono e il loro  legame indissolubile con la terra.

Una terra che non rinnega le sue tradizioni, l’Aglianico del Vulture che il dott. Giuratrabocchetti ha voluto raccontare: la Basilicata dei vini. Una terra  che riesce ad esaltare le proprie peculiarità e veicolare  un messaggio di positività e bellezza.

In un’economia globalizzata come quella attuale, è necessario puntare sulle eccellenze, dal racconto al sorso.

Il vino nasce con l’uomo e con l’uomo, cresce e si evolve accompagnandolo nel suo cammino come un fedele amico.

Ma il vino è anche poesia. Il vino è come la poesia, che si gusta meglio, e si capisce davvero, soltanto quando si studia la vita, quando si entra in confidenza con l’ambiente dove è nato, con la sua educazione, con il suo mondo.

Sono molti i poeti che nel corso dei secoli hanno reso omaggio a questo nettare che nasce dal connubio fra natura, creatività e lavoro dell’uomo.

Una storia frutto di tante storie che si intrecciano in maniera naturale, dalle quali emerge, splendido, il vitigno autoctono meritevole di ancora maggiori riconoscimenti, attraverso il quale imparare a conoscere ed apprezzare una regione che ha voglia di riscatto, guardando in maniera orgogliosa e consapevole il meglio della propria tradizione millenaria.

Una visione d’assieme di un sistema meritevole di essere conosciuto per qualità, eccellenza della produzione, varietà e completezza di offerta, perché non solo racconta il patrimonio rappresentato dai vini del Vulture, la qualità espressa, le caratteristiche proprie, ma introduce in un mondo affascinante, complesso, in cui più elementi si intrecciano.

Un mondo che è sostenuto da una interessante e significativa storia, che aspettava di essere narrata e quindi conosciuta. La storia di uomini, di donne, di luoghi e di uve. Casi di unione indissolubile, felice ed aperta al futuro.

L’Azienda Agricola Viti-Vinicola Cantine del Notaio sita  a Rionero in Vulture, impegnata dal 1998 nella valorizzazione del settore della produzione del vino, è riuscita a dare un valore aggiunto, “il non plus ultra“, una carta d’identità del territorio, una presa di coscienza del patrimonio che la Basilicata ha in tema di vitivinicoltura, di ricchezza di esperienze positive che, valorizza le eccellenze e le tante piccole realtà che compongono il  patrimonio identitario.

Uno sguardo d’assieme che viene fuori nella giornata di domenica 7 aprile 2024, una foto nitida e completa di quanto i lucani di buona volontà e di passione genuina,  abbiano fatto e stiano facendo dal 1998  per valorizzare la loro terra onorando il dio per eccellenza, quello che ci regala un bel bicchiere di rosso o di bianco che soddisfa i nostri cinque sensi e ci rende felici, specie se lo beviamo in compagnia, mettendo insieme la storia, l’antropologia, il territorio e tutta la  tecnica di quello che c’è nel bicchiere.

Un racconto che esalta il rapporto meraviglioso tra territorio e vini, che celebra la bellezza in sé delle vigne e dei paesaggi del Vulture. Una storia fatta di tante storie da cui emerge una regione positiva.

Poche cose sanno identificarsi in un territorio come il vino: cultura, tradizioni, costumi, storia che diventano un tutt’uno e, sorso dopo sorso, si aprono al racconto per chi è pronto ad ascoltare e a meditare, magari socchiudendo gli occhi.

Una narrazione sempre diversa, secondo la sensibilità di ognuno, il territorio, il suo cibo in abbinamento, gli orari, le stagioni, il tempo.

Di questo sono testimoni i vini di Cantine del Notaio, insieme all’impegno faticoso e alla passione del viticultore, alla mano attenta dell’enologo e alle cure premurose in cantina fino al momento della maturazione.

Nel mercato globale vince chi riesce ad offrire qualcosa di diverso, meglio se è unico ed inimitabile.

Ecco perché i viticultori lucani e il dott. Giuratrabocchetti, devono continuare in questo sforzo con sempre maggiore convinzione.

L’Aglianico del Vulture è un vino dalla storia millenaria; il vitigno alle pendici del Monte Vulture, che rappresenta l’habitat ideale di questo grande vino.

Il suo colore è rosso rubino, tendente al granato con l’invecchiamento, al naso è intenso ed armonico, fruttato, con sentori di spezie e tostature, al palato è caldo, morbido, fresco, sapido e giustamente tannico.

È dalle pendici di questo gigante sopito, ma anche dai suoi massicci fianchi (coltivati fin sopra i 600 metri), che nasce l’Aglianico del Vulture, il vino che al vulcano si appella per la Doc del 1971, poi Docg, figlio dei comuni di Acerenza, Atella, Banzi, Barile, Forenza, Genzano di Lucania, Ginestra, Lavello, Maschito, Melfi, Montemilone, Palazzo San Gervasio, Rapolla, Rionero in Vulture, Ripacandida, Venosa, tutti nella provincia di Potenza.

Cantine del Notaio di Gerardo Giuratrabocchetti, alla settima generazione di viticoltori, decide nel 1998 di rischiare, buttandosi in una nuova avventura: il magico mondo del vino.

Il Professor Luigi Moio fu decisivo per un approccio rigoroso alla materia agronomica, mentre i vigneti, 40 ettari dislocati nelle contrade più tipiche, fecero subito valere i loro frutti, il nerbo del tufo vulcanico che li “allatta” nelle estati siccitose.

Le cantine sono un innesto di antico e moderno insieme, vini affini nella città sotterranea dove un perfetto equilibrio di temperatura, umidità e ventilazioni, nelle grotte scavate nel tufo di Rionero, il nettare degli dei, prende forma.

Un vitigno tosto che dispensa conforto, gioia, fiducia, versatilità e che  può essere abbinato con le carni, meglio con carne rossa, selvaggina ed in particolare l’arrosto. Ottima scelta anche l’abbinamento ai formaggi stagionati e dai sapori forti.

I partecipanti all’evento Basilicata Dorata, sono stati presi per mano e condotti alla scoperta di un luogo incantevole, in cui tutto è stato allestito alla perfezione per vivere una giornata ricca di colori, gusto, all’insegna della grande cultura rurale e contadina lucana.

Tutti hanno trascorso una piacevole giornata immersi nella scenografica terra alle pendici del Monte Vulture, assaporando i valori autentici di questa regione, entrando dapprima nei meandri del mondo delle api, presso l’azienda “L’oro dei Fiori” a Ripacandida, per spostarsi a Melfi presso il ristorante “La Vela” e terminare la visita in cantina.

Un incontro di anime, di amici, di persone che sono riusciti  a fermare il tempo in diversi istanti che non si  perderanno mai, dove l’enologia ha abbracciato  la strada della cultura viva e gastronomica.

Una giornata  tra le tradizioni del passato, legate alla produzione enologica di Cantine del Notaio, ed ancora la cucina d’autore con “la sagnij” al ragu di podolica abbinato a “Il Repertorio”, il Maialino C.B.T ai semi di finocchio e il cubo al cioccolatao  e crumble di calzoncello abbinato a “la Postilla”.

Come prima azione propedeutica Cantine del Notaio, nella sua qualità di promotore del percorso, ha tenuto una giornata formativa rivolta a tutti  i wine lovers, direttamente interessati allo sviluppo di questa nuova opportunità di conoscenza del territorio.

Un percorso 𝐞𝐧𝐨𝐠𝐚𝐬𝐭𝐫𝐨𝐧𝐨𝐦𝐢𝐜𝐨 ideato per valorizzare le tradizioni culinarie locali e deliziare i palati degli ospiti, immersi tra il panorama e i profumi di questa terra millenaria. E un gran finale con la visita in cantina, circondati da un microclima unico.

Un veicolo promozionale “immediato”, trait d’union tra il consumatore e il patrimonio di saperi, sapori e tradizioni legati alla cucina tradizionale della Basilicata, particolarmente apprezzata non solo dagli esperti del settore ma anche dai semplici “appassionati” della buona cucina e del buon vino, nell’ambito del progetto di valorizzazione delle produzioni di qualità DOP e IGP.
Con questa iniziativa “Basilicata Dorata” di Cantine del Notaio,  ha  compiuto l’ennesimo passo in avanti nella creazione di veri e propri “luoghi del gusto”, dove il piacere della tavola incontra, promuovendolo, l’elisir di lunga vita per antonomasia e nettare degli dei: l’Aglianico.
Nell’occasione, parlando del territorio rurale come destinazione turistica  con i suoi elementi attrattivi, il paniere dei prodotti, l’ambiente e il paesaggio, la cultura e le tradizioni, ai partecipanti sono state illustrate, la conoscenza e l’immagine del territorio attraverso i prodotti enogastronomici e culturali, lo sviluppo di una moderna imprenditorialità, la valorizzazione e le attrattive culturali, naturalistiche e ambientali, che le produzioni vitivinicole e agricole, le attività agroalimentari e la produzione di specialità enogastronomiche, Rionero in Vulture offre.

Basilicata Dorata dimostra come sia importante e fondamentale, per il successo commerciale di un prodotto, il legame tra prodotto e territorio, identità e qualità, la grande valenza in termini di biodiversità agricola e agroalimentare, alla esclusività identitaria.

Sono infatti sempre di più gli estimatori dei prodotti identitari, quei prodotti che si identificano con un territorio di origine e un paesaggio, che si integrano con la storia, la cultura e le tradizioni locali; prodotti “caratteristici” dei quali si vuole conoscere il produttore e la sua storia personale e per i quali si è disposti a spendere quel “quid” in più e per i quali, addirittura si è disposti a spostarsi lungo specifiche “rotte del gusto”.

Cantine del Notaio ha offerto l’opportunità di conoscere da vicino un vero e proprio universo fatto di territorio, rete e conoscenze maturate nel campo enogastronomico.

L’obiettivo è stato di  donare scoperta, regalare ricordi, valorizzare i prodotti.

E siccome anche questo tipo di turismo, alla ricerca del buon vivere, della buona cucina, del buon vino, tutti intesi come “esperienza”, è un turismo che necessita di mezzi che portino le persone in questi luoghi, che spesso non sono proprio sulle direttrici principali, ecco che Cantine del Notaio diventa  un punto di riferimento ed un approdo essenziale.

Rionero in Vulture è un territorio talmente ricco di prelibatezze enogastronomiche tipiche da coprire tutte le lettere dell’alfabeto. Un assortimento composito e appetitoso che va dai vini ai salumi, ai formaggi.

Tutti vini di alta qualità fondati sulle antiche tradizioni enologiche del territorio che, sono riusciti nel tempo a restare fedeli ai gesti e alle procedure di una volta, mantenendo così una loro spiccata tipicità, ma con un occhio attento anche alle moderne esigenze che richiedono qualità e salubrità.

Insomma un terreno fertile per un sano turismo eno-gastronomico.

Oggi i  ristoranti e il turismo enogastronomico diventano sempre di più un veicolo promozionale “immediato”, trait d’union tra il consumatore e il patrimonio di saperi, sapori, ricette e tradizioni legati alla cucina tradizionale della Basilicata, particolarmente apprezzata non solo dagli esperti del settore ma anche dai semplici “appassionati” della buona cucina.
La Basilicata e Cantine del Notaio  hanno  compiuto un ennesimo passo in avanti nella creazione di veri e propri “luoghi del gusto”, dove il piacere della tavola incontra, promuovendolo, l’elisir di lunga vita per antonomasia, il vino di qualità, e altri prodotti del Vulture.

Anche quest’anno Cantine del Notaio in Rionero in Vulture, hanno  consentito a tutti gli appassionati e agli enoturisti, di vivere una giornata  all’insegna delle tradizioni e della viticoltura più autentica.

Attorno al vino sono nate nuove e più qualificanti esperienze: non solo degustazioni, visite ed eventi, ma attività outdoor tra i vigneti, esperienze di vendemmia turistica, esperienze che sanno soddisfare una platea di turisti ampia con esigenze e pranzi/cene gourmet.

Se in passato l’enoturismo era considerato un segmento di nicchia, oggi è divenuto una attrattiva per un pubblico diversificato, composto da esperti e professionisti, da semplici appassionati e curiosi.

Basilicata Dorata tra arte e cultura per emozioni da vivere.

Gli ospiti hanno gustato i prodotti agroalimentari della zona e riscoperto antiche e nobili attività contadine e artigianali di cui si preserva la memoria.

Evento costruito, con sacrifici e passione, nelle campagne della Basilicata, che rappresenta meglio il cuore della terra, consentono ai turisti e non che tornano, che vogliono fare esperienze nuove e conoscere le tradizioni dei luoghi, di apprezzare le consuetudini millenarie di una regione che ha tanto da offrire. Non solo per le eccellenze dell’entroterra, ma anche per amicizia, ospitalità e gentilezza.

La riscoperta e la valorizzazione dei vitigni autoctoni può garantire all’enologia lucana  grandi soddisfazioni e il raggiungimento di traguardi internazionali altrimenti non immaginabili.

Quinto Orazio Flacco, uomo romano e del Vulture (nato a Venosa  l’8 dicembre del 65 A.C.), capace di gustare e insegnare i più profondi piaceri della vita e cantore dello straordinario rapporto fra la vite e la vita, nel suo Ars Vivendi asseriva:

“Nessuna poesia scritta da bevitori di acqua può piacere o vivere a lungo. Da quando Bacco ha arruolato poeti tra i suoi Satiri e Fauni le dolci Muse san sempre di vino al mattino”.

 

 

 

 

 

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