David Owen Russell è un regista nato a New York, di origini russe e italiane, che tornerà nelle sale cinematografiche, a Natale negli USA e dal 14 gennaio in Italia, con il suo ultimo film Joy. Per la terza volta Russell dirige il “tridente” collaudato di attori formato da Robert De Niro, Bradley Cooper e la reduce degli Hunger Games, Jennifer Lawrence. La loro collaborazione inizia con il film, apprezzatissimo dall’Academy Awards nel 2013, Il Lato Positivo, grazie al quale la Lawrence ottiene il premio Oscar come miglior attrice protagonista, dimostrando, ancora una volta, la sua grandiosa capacità di adattarsi a ruoli completamente diversi (dalla dinamica mutaforma degli X-Men, Mystica, alla giovane bipolare Tiffany, la sua interpretazione da Oscar, passando per la combattiva e determinata Katniss degli Hunger games). L’interpretazione sopra le righe, a causa dei disturbi mentali dei personaggi, di Cooper e della Lawrence, non solo permette ai due attori di valorizzare il loro talento, ma fa crescere la loro intesa sul set ed il loro affiatamento. Nel frattempo, nella parte dell’esperto attore di supporto, c’è Robert De Niro, che interpreta il padre di Patrick (Cooper), il protagonista. De Niro, dopo una carriera straordinaria, costellata da interpretazioni che hanno lasciato il segno nella storia del cinema, in particolare nel genere dei gangster-movie e dei film d’azione (basti pensare a pellicole come Gli Intoccabili, C’era una volta in America, Quei Bravi Ragazzi o quelli in coppia con Al Pacino, su tutti Il Padrino), negli anni 2000 ha preso parte ad una serie di commedie, recitando spesso ruoli secondari. Infatti, nel secondo film di Russell in cui compare, De Niro è quasi una macchietta, un’apparizione fugace del Robert gangster del passato. Stiamo parlando di American Hustle, un thriller, ispirato a fatti realmente accaduti, che racconta l’operazione Abscam, creata dall’F.B.I. negli anni ’70, per contrastare la corruzione dilagante nel Congresso degli Stati Uniti. L’opera corale vede nuovamente affiancati Bradley Cooper, nei panni dell’ambizioso ed impulsivo agente Richie DiMaso, e Jennifer Lawrence, nei panni della bellissima Rosalyn, donna apparentemente debole, ma molto più astuta di quanto sembri. Per completare il cast, il regista chiama all’appello altre due “vecchie conoscenze”: Amy Adams e Christian Bale, che interpretano la coppia di amanti-truffatori attorno alla quale ruota l’intera narrazione. I due attori avevano già recitato in un film di Russell, The Fighter, che ha rappresentato una sorta di consacrazione per il regista ed ha fruttato l’Oscar come miglior attore non-protagonista a Christian Bale, meritevole di aver dominato la scena, quasi offuscando l’attore protagonista, Mark Wahlberg. Tornando ad American Hustle, si può notare la grande capacità di Russell nel gestire un cast formato da tante “prime donne”, abituate e naturalmente portate ad essere al centro della scena. Il grande pregio del regista di New York è proprio il suo modo di dirigere gli attori, la sua costante ricerca della coralità, del coinvolgimento dell’intero cast, creando l’adeguato background dei protagonisti e valorizzando al massimo le capacità degli attori. Per questo motivo ripropone, in Joy, la stessa “banda di fedelissimi”, che ha imparato a conoscere e con cui ha creato un team collaudato, che affina la tecnica ad ogni collaborazione, ad ogni film, quasi come una compagnia teatrale che migliora, spettacolo dopo spettacolo, il proprio show.