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lunedì, 30 Giugno 2025

La difesa di Impagnatiello: “Non fu crudele, era intrappolato in un castello di bugie”

Nel processo d’appello che coinvolge Alessandro Impagnatiello, accusato dell’omicidio di Giulia Tramontano e del loro bambino non nato, la difesa ha avanzato una linea difensiva inaspettata. L’avvocata Giulia Geradini, che rappresenta l’imputato, sostiene che Impagnatiello non sia un assassino premeditato e crudele, ma una persona sopraffatta dal suo “castello di bugie”, una facciata costruita per mantenere un’immagine impeccabile.

La difesa chiede l’eliminazione delle aggravanti di premeditazione e crudeltà, affermando che l’uomo non abbia pianificato l’omicidio, ma agito in modo maldestro e impulsivo, senza l’intento di uccidere la compagna e il feto. Secondo il legale, la condotta dell’imputato sarebbe stata grossolana, come dimostrato dalle azioni dopo il crimine, che non rivelano un piano preciso ma piuttosto un disordine emotivo.

Sul fronte della crudeltà, la difesa sostiene che Giulia non avrebbe avuto il tempo di rendersi conto di quanto stava accadendo, escludendo così la tortura o la sofferenza consapevole. Inoltre, Impagnatiello ha mostrato immediatamente pentimento per l’accaduto, cercando di giustificare il suo comportamento come un riflesso delle sue debolezze psicologiche piuttosto che un atto di violenza premeditata.

Il processo d’appello, che si terrà il 25 giugno, potrebbe portare a un’ulteriore riduzione della pena, a meno che la corte non ritenesse le sue azioni più intenzionali di quanto descritto dalla difesa. La sentenza finale dipenderà da come la corte interpreterà la sua condotta e la motivazione dietro l’omicidio.

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