Un momento di svago si è trasformato in un dramma a Roma, nel quartiere La Borghesiana, dove cinque bambini sono rimasti intossicati dal cloro fuoriuscito in modo anomalo da una piscina privata. Il più grave, un bambino di nove anni, è attualmente in coma farmacologico presso il Policlinico Umberto I.
Il padre, un militare impegnato nella parata del 2 giugno, ha appreso dell’accaduto da una telefonata della moglie. Tra i fratellini coinvolti, anche un bambino già affetto da una patologia oncologica e una sorellina di cinque anni, tuttora ricoverata.
La magistratura ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di lesioni gravissime. Disposto il sequestro dell’impianto, si attendono ora i risultati delle analisi sull’acqua per chiarire le cause della contaminazione.
La famiglia, sotto shock, chiede che venga fatta piena luce sulle responsabilità. Non era la prima volta che frequentavano quella struttura, che finora non aveva mai dato problemi.
L’episodio solleva interrogativi sulla sicurezza e i controlli nei luoghi frequentati dai minori. La vicenda, oltre al dolore dei familiari, chiama in causa il dovere di prevenzione per evitare che una giornata di festa possa trasformarsi, come in questo caso, in una tragedia.