Tania Bellinetti, 48 anni, è morta cadendo dalla finestra a Bologna, nel quartiere Barca. Ma a scivolare dal terzo piano non è stata solo lei: insieme alla donna, sembrano precipitati anche i dubbi, le denunce, le promesse di tutela. Un mazzo di fiori davanti al portone, il solito silenzio che cala dopo la tragedia, e un compagno che — guarda un po’ — è svanito nel nulla. Coincidenze? Forse. Ma troppe per passare inosservate.
Chi era Tania? Una cassiera della Coop, con una vita apparentemente normale e un passato già segnato dalla violenza. Aveva denunciato l’uomo con cui stava nel 2018. Risultato? Due anni di condanna, curriculum vitae dell’amore tossico. Ma si sa, il tempo lenisce, o forse illude. Fatto sta che nel 2024 lo denuncia di nuovo, e pochi mesi dopo, Tania è morta cadendo dalla finestra a Bologna.
Ora il compagno, cittadino tunisino, è ufficialmente ricercato per una misura cautelare legata proprio a quella denuncia. La Procura ci va coi piedi di piombo: “Ipotesi di suicidio”, dicono. Nessun biglietto, nessun segnale evidente. Ma l’avvocatessa Michela Zito, amica della vittima, non ci sta: “Non si sarebbe mai lanciata, amava la vita”.
E mentre si cercano certezze tra le crepe di una finestra, la città si stringe nel cordoglio, incredula davanti a un copione che ormai conosce a memoria. Morta cadendo dalla finestra a Bologna: e quante volte ancora leggeremo una frase così?
Nel frattempo, la Procura ha aperto un fascicolo. Forse servirà a fare luce, o forse a riscrivere l’ennesima pagina di cronaca con le stesse parole: denuncia, violenza, indifferenza, tragedia.
Un giorno, magari, riusciremo a dire che è stato l’ultimo. Ma oggi, no. Oggi siamo ancora qui, a contare i fiori sui marciapiedi.