Un ragazzino di 13 anni è morto all’ospedale San Camillo di Roma dopo essere stato colpito alla testa da un proiettile partito, con ogni probabilità, per errore. Il colpo sarebbe stato esploso da una pistola regolarmente detenuta per uso sportivo dal fratello maggiore, mentre il giovane la maneggiava nella casa di famiglia. Il padre era presente nell’abitazione, ma si trovava in un’altra stanza al momento dell’incidente. La polizia indaga, ma l’ipotesi più accreditata resta quella dell’incidente domestico.
Una tragedia che riaccende i riflettori sulla presenza di armi all’interno delle abitazioni, anche quando regolarmente detenute. Episodi simili si sono verificati di recente, come nel caso della bambina ferita a Brescia. Resta lo sgomento per una vita spezzata troppo presto e l’urgenza di riflettere seriamente sulla sicurezza domestica quando si convive con armi da fuoco.